C’è una novità che potrebbe ridefinire il modo in cui milioni di utenti cercano informazioni online. Si chiama “AI Overview” ed è il nuovo tassello nel motore di ricerca di Google, pensato per offrire risposte più rapide e complete sfruttando l’intelligenza artificiale.
Dopo l’esordio in Stati Uniti (maggio 2024) e Regno Unito (agosto 2024), questa funzione innovativa ha iniziato a essere introdotta anche in Italia, promettendo di migliorare l’esperienza degli utenti ma non senza sollevare qualche polemica.
Cos'è AI Overview

Da oltre due anni Google sta lavorando a una profonda trasformazione del suo motore di ricerca per stare al passo con sistemi come ChatGPT, l’ormai celebre piattaforma di AI sviluppata da OpenAI, in grado di fornire risposte precise e personalizzate. In questo contesto, Google ha concentrato i propri sforzi sul progetto Gemini, un avanzato sistema di intelligenza artificiale destinato a rivoluzionare diversi prodotti della società, incluso il motore di ricerca.
AI Overview è una sorta di ponte tra il classico sistema che evidenziava i contenuti provenienti da varie fonti e le avanzate capacità di Gemini. Con questa funzione, Google non si limita a “estrarre” frammenti di testo da un sito, ma genera autonomamente risposte originali basate su un'immensa mole di informazioni raccolte sul Web.
Come funziona AI Overview
Il funzionamento è semplicissimo e automatico. Apri il motore di ricerca e interroghi la barra facendo una domanda come hai sempre fatto, es. “quali sono le terre rare”. Se l'algoritmo ritiene utile fare un piccolo sunto della situazione, ecco spuntare una schermata di riepilogo iniziale con:
- testo generato con AI, tratto da varie fonti prese dall'indice di Google;
- link utili a fianco, per eventuale approfondimento

Lo stile è molto simile a quello che si può trovare su Bing, il motore di ricerca di Microsoft che già da mesi ha stretto accordi con OpenAI (la società madre di ChatGPT) e sta offrendo questa funzione a tutti gli utenti.
Sotto la schermata AI Overview si passa poi alla tradizionale SERP, con risultati in posizione zero (come nell'esempio in alto) slittati più in basso e poi tutti gli altri. È evidente che la dominante visibilità del riepilogo rischia di nascondere i tradizionali link ai siti web, relegandoli a una posizione marginale.
Sarà interessante capire come Google gestirà AI Overview e ads, core business dell'azienda. Difficilmente Big G si priverà dal dare visibilità agli annunci a pagamento, spostandoli in una posizione meno visibile e quindi più lontana dal clic dell'utente.
Cosa dice Google su AI Overview
Nella pagina Google Search Central dedicata all'argomento l'azienda di Mountain View prova a rispondere ad alcune domande sull'argomento AI Overview:
I riepiloghi dell'AI vengono visualizzati nei risultati della Ricerca Google quando i nostri sistemi stabiliscono che le risposte generative possono essere particolarmente utili, ad esempio per comprendere rapidamente le informazioni da diverse fonti, incluse informazioni da tutto il web e dal Knowledge Graph di Google.
I link alle fonti
Secondo Google il riassunto generato dell’AI serve a collegare gli utenti a un ventaglio di contenuti di valore. Ogni link visualizzato nella panoramica non è scelto a caso ma ha un obiettivo ben preciso: approfondire, esplorare e arricchire l’esperienza informativa del lettore.

Cosa devono fare i publisher?
I publisher non devono fare nulla di particolare per apparire nei riepiloghi generativi di Google. Nessuna operazione complessa, nessuna configurazione da eseguire: basta continuare a rispettare le linee guida consolidate per comparire nei risultati di ricerca. Google si occupa del resto, selezionando automaticamente i contenuti più pertinenti grazie ai suoi avanzati sistemi di analisi.
L'impatto sulle ricerche
Le critiche non si sono fatte attendere. Da anni editori e gestori di siti web accusano Google di sfruttare i loro contenuti, mostrando agli utenti risposte immediate che diminuiscono la necessità di aprire i siti originari (l'ultima è stata la piattaforma di formazione Chegg, che ha citato in giudizio Big G).
Meno visite significano minori introiti pubblicitari per gli editori, mentre Google continua a monetizzare il traffico grazie agli annunci integrati nei risultati. Una situazione delicata e controversa che solleva interrogativi sul futuro dell'equilibrio tra piattaforme digitali e produttori di contenuti.
Attualmente, AI Overview non può essere del tutto disattivato dagli utenti. Però è possibile ridimensionarne le funzionalità optando per il filtro “Web” dopo una ricerca, accedendo alla voce “Altro”. Si tratta di una procedura non immediata, che in alcuni casi richiede ulteriori passaggi.
Esistono inoltre alcune estensioni per browser come Chrome e Firefox, sviluppate da terze parti, per eliminare i contenuti generati da AI Overview, ma queste non funzionano sugli smartphone e potrebbero diventare inutilizzabili con futuri aggiornamenti di Google.
Come cambierà la SEO?
Ogni cambiamento porta con sé un periodo di incertezza e domande. I SEO di tutto il mondo sono già in fermento da mesi, e da qualche ora anche i professionisti italiani si sono aggiunti al coro.
Con l'AI Overview fare search engine optimization potrebbe diventare ancora più difficile di quanto già non lo sia. Secondo SparkToro, nel 2024 il 60% delle ricerche Google è terminata senza click ad alcun link.
Circa 6 ricerche su 10 su Google sono di tipo zero-click.
È chiaro che un riepilogo generato con AI, offerto in posizione zero ben in vista (in futuro si parla anche di una scheda a parte, interamente dedicata, per interagire meglio con l'AI Overview), potrebbe peggiorare ulteriormente i dati.
Cosa fare, allora? Si può provare a ottimizzare il proprio sito web per l'AI Overview, certo, ma per Google la novità non introduce cambiamenti rispetto a prima. Le regole SEO sono sempre quelle.
La risposta, quindi, sembra essere questa: continuare con una strategia che rispetti le best practice, testare, tenere monitorati cambiamenti e novità, condividere spunti e opinioni fra colleghi in attesa che la nebbia (forse) si diradi un po' di più.