Come fa Google a gestire il posizionamento dei siti web? Forse sai già che i motori di ricerca usano tanti fattori di ranking nel proprio algoritmo, e li aggiornano di continuo.
Quali sono esattamente? Chi fa SEO (search engine optimization) dovrebbe conoscerli (quasi) tutti. Non solo: è importante distinguere i veri fattori SEO che Google e compagnia utilizzano da tanti falsi miti.
In questa guida abbiamo raccolto i principali elementi che influenzano il ranking di una pagina web fra i risultati di ricerca. Buona lettura.
Fattori SEO: qualche premessa
Anzitutto, raccogliere tutti questi fattori che interessano il posizionamento SEO non sarebbe stato possibile senza il contributo di Brian Dean. Siamo partiti dalla sua lista per fare un aggiornamento (e un distillato) delle principali discriminanti che incidono sulla posizione in SERP.
Secondo, gli algoritmi di Google e soci oggi sono così sviluppati che è impossibile stabilire TUTTI i fattori di ranking di una pagina web.
Senza contare, dettaglio non da poco, che molti fattori del posizionamento di una pagina restano segreti.
In sostanza, prendi questa ricca guida come dev’essere fatto: una “cartina al tornasole” per controllare se il tuo sito web, o quello dei tuoi clienti, stanno seguendo le best practice oppure no.
Puoi anche costruirti la tua personale checklist SEO partendo da questi fattori di ranking.
Perfetto, iniziamo.
Fattori SEO a livello di dominio
Età del dominio
Google come fattore di ranking anche l’età del dominio, cioè l’anno in cui è stato registrato per la prima volta. Si tratta di una discriminante marginale, ma l’anzianità può dare una spintarella.
Keyword nel dominio di primo livello
Registrare un dominio con una parola chiave a primo livello è un segnale abbastanza rilevante per il motore di ricerca.
I portavoce di Google hanno spesso negato questa cosa, ma l’esperienza ci dimostra il contrario.
Se è vero che una keyword nel dominio non è tutto, spesso può aiutare (soprattutto in nicchie dove la competizione è poca).
Keyword come prima parola a dominio
Chi inizia bene è a metà dell’opera. Anche per i domini funziona così: avere la keyword obiettivo all’inizio del nome offre un vantaggio su chi non ce l’ha.
Questo boost SEO vale anche nei confronti di chi ha la parola chiave a metà o alla fine del dominio. Pensaci bene prima di scegliere un nome per il tuo sito web.
La lunghezza del nome dominio
I motori di ricerca potrebbero dare un maggior valore ai domini registrati (acquistati) per diversi mesi a venire piuttosto che ai domini con scadenza a breve termine.
Questo fattore di ranking (irrisorio) sarebbe legittimato da un (vecchio) brevetto di Google, il quale afferma che i domini doorway (spam o illegittimi) raramente vengono registrati per più di un anno.
In altre parole: un dominio registrato per pochi mesi potrebbe essere letto da Big G come poco affidabile. In ogni caso, i fornitori di hosting e dominio ti offrono sempre una copertura di almeno 1 anno.
Quindi relax, puoi saltare al prossimo fattore SEO.
Keyword nel sottodominio
Secondo l’autorevole SEO Tool Moz una parola chiave inserita in un sottodominio può spingere il ranking di una pagina web.
Su questo non tutti sono d’accordo, anzi. C’è chi preferisce posizionarsi per una determinata parola chiave (es. “seo”) creando una pagina web (“seoriented.it/seo”) piuttosto che un sottodominio (“seo.seoriented.it”).
Tieni presente che un sottodominio è considerato a tutti gli effetti un dominio a parte per il motore di ricerca.
Storia del dominio
A Google i trascorsi del tuo dominio interessano molto.
Frequenti passaggi di consegne, interruzioni o cambi di argomento sono malvisti dal motore di ricerca, che potrebbe resettare la storia di backlink e contenuti che il dominio si porta dietro.
Non solo. Se un dominio in passato ha subito delle penalizzazioni, gli effetti negativi sulla SEO potrebbero sentirsi per molti anni a seguire.
Occhio a ciò che acquisti.
Exact Match Domain
Il dominio a corrispondenza esatta è stato per anni la carta vincente di tanti marketer.
Che cos’è l’Exact Match Domain? È la tecnica di comprare il dominio migliorisitistreaming.it per posizionarsi per la parola chiave “migliori siti streaming” (corrispondenza esatta).
Anche se avere la keyword nel dominio continua a dare un po’ di forza, questo fattore SEO è stato nel tempo depotenziato da Big G.
Non solo. Dopo l’aggiornamento EMD Update, se Google passasse su un sito a corrispondenza esatta di scarso valore lo spedirebbe in fondo alle SERP.
WhoIs Pubblico o Privato
Il WhoIs è un protocollo che permette di risalire ai dati e all’indirizzo IP del proprietario (o legale rappresentante) di un sito web o dell’azienda.
In certi casi, è possibile decidere se nascondere o rendere pubbliche le informazioni di WhoIs. E la scelta, a detta di Matt Cutts, potrebbe essere una fattore SEO.
Secondo l’ingegnere software di Google, avere un IP mascherato non crea automaticamente problemo di ranking. Tuttavia, se combinato con altri indizi, potrebbe insospettire il controllo manuale.
NOTA: questo non ha nulla a che vedere con l’utilizzo di un servizio VPN online.
Whois penalizzato
Se il motore di ricerca penalizza un WhoIs, per la SEO del suo sito web, o dei suoi siti, si mette davvero male.
Il motore di ricerca andrà a penalizzare tutti gli altri domini collegati a quel WhoIs, inibendo la sua attività di spammer o in altro modo illecita.
Estensione TLD
L’estensione Top Level Domain (TLD) di un dominio, come .it o .com, è certamente un fattore SEO rilevante per i motori di ricerca.
Molti webmaster sono d’accordo nell’affermare che la terminazione .it può spingere il posizionamento di un sito web in Italia meglio di tutti gli altri.
Anche il .com se la cava particolarmente bene, ed è consigliato quando il sito ha una finalità commerciale (es. un e-commerce) o aspira a una portata più “internazionale”.
Le altre estensioni (.net, .biz, .eu) sono comunque valide, ma come SEO specialist non potrai fare troppo affidamento sul nome dominio per scalare le vette di Google.
Lo stesso discorso vale anche con le estensioni di altri paesi (.es, .co.uk) e anche con quelle regionali o provinciali (.milano.it, .lazio.it), interessanti in una strategia di local SEO.
Fattori SEO on Page
La SEO on-page è probabilmente la parte più corposa del lavoro di ottimizzazione, quella su cui si può agire facilmente di persona.
Quando i crawler dei motori di ricerca passano a indicizzare o scansionare le pagine web analizzano tantissimi fattori.
Ecco quali sono i più importanti.
Keyword nel tag Title
Non è più FONDAMENTALE come lo era in passato, ma inserire la parola chiave obiettivo all’interno del tag title rimane un elemento essenziale.
Se vuoi posizionarti per una determinata keyword, fai in modo che quella chiave figuri nel Title.
Tag Title con keyword all’inizio
Non è più essenziale, ma secondo alcuni webmaster inserire la keyword all’inizio del tag title potrebbe performare meglio di altri titoli con parola chiave a metà o alla fine.
Molto dipende anche dalla concorrenza della SERP e dalla qualità complessiva del title. Senza contare che oggi Google ama intercambiare titoli e H1.
Keyword nella meta description
Vero, Google non guarda il tag meta description come fattore di ranking SEO, così come il vecchio meta tag keyword.
Anche se talvolta utilizziamo il meta tag description per gli snippet che mostriamo, non ci serviamo ancora del meta tag description nel ranking.
Matt Cutts
Tuttavia, ti conviene sempre dedicare qualche minuto a curare la descrizione che può apparire sotto il tag Title.
Una meta description persuasiva e scritta bene potrebbe aumentare il click-through-rate, e questo sì che è un fattore SEO chiave.
Keyword nel tag H1
Nella SEO on-page il tag H1 è impattante tanto quanto il tag Title. Google usa il tag heading principale come segnale rilevante per comprendere l’argomento.
L’evidenza lo ha sempre dimostrato. Piccolo trucchetto: crea un title e un h1 abbastanza simili ma con leggere variazioni. Ti aiuterà a rankare per più keyword.
Keyword Density
La presenza di una parola chiave ripetuta molte volte (keyword density) è sempre stato un fattore SEO rilevante. In passato, era così efficace da indurre a forzature innaturali (keyword stuffing).
Oggi Google usa un algoritmo sofisticato per capire se la presenza massiccia di una keyword è naturale oppure no (altri motori di ricerca alternativi, a volte, fanno un po’ più di fatica).
Tuttavia, la regola rimane invariata: più spesso una parola si ripete in una pagina web, più è probabile che quella pagina parli di quella keyword, spingendo il ranking verso l’alto.
TF IDF
TF-IDF è l’acronimo di Term Frequency-Inverse Document Frequency ed è una formula per misurare la frequenza di una certa parola in un documento o in una serie di documenti similari.
Questo fattore SEO va oltre il concetto di keyword density, perché confronta la presenza della keyword nella pagina rispetto a un corpus di altre pagine. Puoi approfondire qui se ti interessa la cosa.
In ogni caso, vale il concetto precedente: ok inserire la parola chiave spesso e volentieri (magari nelle sue diverse varianti), ma attenzione a non fare indigestione.
Lunghezza del contenuto
Un articolo/pagina web con un contenuto molto lungo (con tante parole) ha maggiori possibilità di posizionarsi più in alto nelle SERP.
Lo dicono le statistiche, soprattutto in determinate query ad alta concorrenza.
La vera ragione che rende la lunghezza dei contenuti un fattore SEO è nella completezza. In genere, infatti, una pagina web con tante parole copre un argomento in maniera più ampia di un contenuto più corto.
Non è SEMPRE vero, ma ecco il consiglio: se vuoi posizionarti per una parola chiave appetitosa scrivi un maxi contenuto.
Indice dei contenuti
Usi un indice dei contenuti (table of contents) all’interno di articoli e pagine? Forse non lo sai, ma dare al motore di ricerca una lista ordinata degli argomenti trattati più in basso può migliorare la scansione.
Google e soci riusciranno a capire meglio di cosa stai parlando, e di conseguenza mostrarlo più in alto fra i risultati di ricerca. Per il plugin SEO RankMath, per esempio, avere un indice dei contenuti è proprio un fattore di ranking.
Inoltre, può capitare che l’indice finisca direttamente nella SERP in posizione zero come featured snippet, sotto forma di punto elenco, oppure fra i sitelink sotto la meta description.
È un fattore da prendere con le pinze, ma che potrebbe influire sul posizionamento.
Vuoi inserire un indice dei contenuti nei tuoi articoli? Valuta uno dei seguenti plugin WordPress della categoria table of contents.
Indicizzazione semantica latente (LSI)
Le parole chiave LSI sono termini correlati in un certo modo alla parola chiave obiettivo e secondo alcuni aiuterebbero i motori di ricerca a comprendere meglio l’argomento del sito web.
Se hai un blog dedicato ai “corsi online”, le parole a indicizzazione semantica latente potrebbero essere “formazione da remoto”, “e-learning”, “mondo del lavoro”, “digital markerting” e così via.
Tool SEO come SEMrush possono aiutarti a trovare questo tipo di keyword e migliorare la tua scrittura.
Ufficialmente per Mountain View le parole LSI non esistono, ma è anche vero che Google dà fondamentale importanza al contesto.
In linea di massima, curare bene i termini correlati (latenti) alla parola chiave principale potrebbe dare una spinta al posizionamento dei contenuti.
Velocità di caricamento della pagina
Sia Google che Bing reputano molto importante la velocità di caricamento della pagina ai fini del posizionamento del sito.
Testare regolarmente le prestazioni delle pagine web usando strumenti per la SEO come Page Speed Insight aiuta a comprendere le criticità e migliorare il ranking del sito.
Note: Google utilizza anche dati degli utenti di Chrome per trarre informazioni sul tempo di caricamento di una pagina.
Utilizzo di AMP
Usare il plugin WordPress AMP potrebbe essere utile per spingere la velocità del tuo sito web da mobile, e quindi il ranking delle pagine.
Non è tuttavia un fattore essenziale per la SEO, e molti webmaster preferiscono velocizzare il proprio blog o sito aziendale diversamente.
Entity Match
Quando il contenuto della tua pagina corrisponde esattamente alla ricerca dell’utente, allora il motore di ricerca non può che premiare quel contenuto con un boost di visibilità.
Hai presente le chiavi brand, come “scarpe nike”? Google mostrerà fra i primi risultati le pagine exact match, ad esempio il sito ufficiale nike.com.
Contenuto Duplicato
Avere dei contenuti identici, o anche molto simili, sullo stesso sito può impattare negativamente sulla SEO. I motori di ricerca non amano dare visibilità a pagine copiate, identiche o di scarso valore, quindi fai attenzione quando lavori sul contenuto on-page.
La soluzione al problema del contenuto duplicato può essere lo strumento del rel=canonical.
Usato correttamente (vedi le linee guida di Google), questo tag può dire al motore di ricerca qual è il contenuto principale e ignorare i secondari.
In questo modo, nessuno si farà male.
Quality Rater
Sapevi che Google non lascia fare tutto ai suoi algoritmi? Esiste un team di collaboratori esterni, i quality rater, che è addetto al controllo qualità.
Oltre al controllo automatico eseguito dal motore di ricerca, può capitare che le pagine di un sito web vengano sottoposte al controllo manuale da parte di un QR.
Non solo. Si dice che Google abbia depositato un brevetto per un sistema che permette ai quality rater di influenzare le SERP.
Ottimizzazione delle immagini
L’ottimizzazione SEO delle immagini è un passaggio importante per spingere il ranking on-page.
I motori di ricerca le apprezzano particolarmente, quindi cerca sempre di seguire le best practice e curare i contenuti multimediali:
- nomina correttamente il file;
- inserisci un tag alt a ciascuna immagine;
- valuta formati immagine adeguati, come WebP, JPG, PNG o SVG;
- comprimi le immagini per renderle più leggere possibili;
- inserisci eventuale tag title, description e la caption.
NOTA: usare immagini in qualche modo uniche e personalizzate incrementa le possibilità di posizionamento.
Contenuti aggiornati
Google apprezza i contenuti aggiornati, soprattutto su alcune SERP molto dinamiche.
Mantenere le pagine sempre fresche, aggiornando con regolarità, può dare una spinta al posizionamento SEO.
In alcuni casi può essere conveniente anche aggiornare la data di pubblicazione. Google può mostrare questo dato in SERP, e la cosa può avere anche un impatto sul clic-through-rate (CTR).
NOTA: cambiare la data e basta non ti basterà per ottenere benefici SEO. I motori di ricerca sanno valutare l’entità delle modifiche apportate a una pagina web.
Aggiungere o togliere fette importanti di contenuto avrà un impatto maggiore sul posizionamento rispetto alle piccole modifiche.
Anche la frequenza con cui i contenuti vengono aggiornati può giocare un ruolo nel ranking sui motori di ricerca.
Parola chiave a inizio contenuto
Inserire la parola chiave obiettivo fra le prime 100 parole di un contenuto può essere un fattore SEO importante.
È una legge non scritta, confermata dall’esperienza e dagli studi degli esperti.
NOTA: non è obbligatorio iniziare il contenuto con la keyword principale (vecchia tecnica SEO ormai inutile). L’importante è inquadrare subito l’argomento e inserirla nelle prime righe della pagina.
Keyword negli H2, H3 e altri Tag
Inserire le parole chiave negli H2, H3 e negli altri tag importanti è un fattore SEO determinante, questo è certo.
Lo conferma Google stessa, spiegando che gli heading tag in HTML aiutano il motore di ricerca a inquadrare la struttura della pagina.
Qualità dei link in uscita
In passato, alcuni studi hanno dimostrato che linkare siti autorevoli può mandare a Google segnali di autorevolezza.
Oggi questo fattore SEO potrebbe non essere più così forte. In ogni caso, i link esterni aiutano i motori di ricerca a capire meglio l’argomento del tuo contenuto.
Una regola importante, in ogni caso, è scegliere con cautela i link in uscita. Portare l’utente verso pagine non sicure, spam o di scarsa qualità può darti dei grattacapi.
Correttezza grammaticale
Usare un linguaggio corretto, chiaro e privo di errori grammaticali è un segnale di qualità per il motore di ricerca.
Scrivere un articolo correttamente può dare benefici dal punto di vista SEO, quindi prenditi il tempo di rileggere e correggere i tuoi contenuti.
Contenuto originale
L’unicità di un contenuto è un fattore SEO on-page essenziale. Se il testo è un puro copia-incolla di una pagina già indicizzata, i motori di ricerca gli daranno scarsa visibilità.
Peggio, potrebbero anche penalizzare il tuo dominio se la maggior parte dei contenuti non fossero originali. Lavora su una scrittura unica, portando novità intorno a un argomento.
Dai valore a quello che pubblichi. Google e soci lo apprezzeranno.
Usabilità Mobile-Friendly
Da anni i motori di ricerca danno grossa importanza ai contenuti mobile-friendly, cioè facilmente accessibili anche dai piccoli schermi dei dispositivi mobili.
Avere un sito web responsive, con pagine ottimizzate per cellulari e tablet, è un fattore di ranking SEO fondamentale.
Google, per esempio, ha un approccio Mobile-first, e i contenuti con una buona user-experience da mobile ottengono vantaggi di posizionamento sugli altri.
NOTA: alcuni contenuti nascosti sugli smartphone potrebbero non essere facilmente indicizzabili. Google non li ignora completamente: tuttavia, se il contenuto è fondamentale per la pagina, occorre che sia visibile su qualsiasi dispositivo.
Contenuto supplementare
Il contenuto supplementare è un “di più” all’interno di una pagina web che può aiutare l’utente a soddisfare meglio i suoi bisogni di ricerca.
È il contorno del contenuto principale, che però può influire sulla soddisfazione finale del lettore.
Gli esempi includono: convertitori di valuta, calcolatrici, grafici in tempo reale, ricette interattive, motori di ricerca interni e altro ancora.
Avere del contenuto supplementare all’interno di una pagina è un indicatore di qualità che può dare spinta al ranking di Google.
Attenzione però: non basta inserire altra “fuffa”: tutto deve essere DAVVERO utile all’utente.
Contenuto nascosto dietro le schede
Mascherare del contenuto sulla pagina potrebbe portare dei problemi di indicizzazione?
No, è un falso mito SEO che è stato smentito già diversi anni fa da John Mueller e compagnia.
Il motore di ricerca analizza tutto quello che è in HTML, quindi anche ciò che è coperto da artifici di stile come card, schede, accordion e altro ancora.
Numero di link in uscita
Un eccessivo numero di link in uscita dofollow può essere un fattore SEO negativo.
Troppi collegamenti esterni, infatti, possono far “perdere” PageRank, e compromettere il ranking complessivo di quella pagina.
Contenuti Multimediali
Immagini, video e altri elementi multimediali possono agire come un segnale di qualità del contenuto.
Secondo le analisi condotte da Backlinko, il 97% dei contenuti nella prima pagina della SERP hanno almeno una immagine.
Link interni che puntano alla pagina
Il numero di link interni che puntano verso una pagina è un fattore SEO cruciale, spesso poco ottimizzato.
Più una pagina ha link interni in entrata, maggiore è la sua importanza rispetto alle altre pagine del sito.
Non solo il numero, ma anche la qualità impatta sul ranking della pagina.
Infatti i link interni di qualità, cioè provenienti da pagine autorevoli, hanno un effetto più forte rispetto alle pagine con PageRank basso, o nullo.
Link rotti
Correggere un errore 404 provocato da un link rotto è una buona pratica SEO.
Avere troppi link rotti su una pagina può essere un segnale negativo per Google. Il motore di ricerca potrebbe considerare il contenuto obsoleto, o di scarso valore.
Il documento delle linee guida per i Google Rater valuta i link rotti come criterio di qualità delle pagine web.
Link di affiliazione
Avere link di affiliazione sulle proprie pagine web non crea problemi al ranking, ma averne troppi sì.
L'algoritmo di Google può prestare maggiore attenzione ad altri fattori di qualità per assicurarsi che non si tratti di un sito spam, o eccessivamente orientato alla conversione.
È buona prassi, inoltre, impostare i link affiliati come “rel=nofollow sponsored”. Questo aiuta i motori di ricerca a ignorarli e passare oltre.
Codice HTML pulito
Molti errori HTML o un codice pesante possono essere un segnale di scarsa qualità. Anche se non è mai stato confermato, molti SEO pensano che una pagina con un codice pulito sia un fattore di ranking per i motori di ricerca.
Spendere un po’ di tempo ad imparare la programmazione, anche con un corso base, è una skill fondamentale per chi lavora come SEM o SEO. Ti permetterà di fare piccole-grandi modifiche al sito e ottimizzare le pagine del sito web anche lato tecnico.
Autorevolezza del dominio
A parità di condizioni, una pagina di un dominio più autorevole si posiziona più in alto di un’altra con un dominio meno autorevole.
PageRank della pagina
Stesso discorso del dominio. Le pagine con molta Authority tendono a posizionarsi sui motori di ricerca meglio delle pagine senza molta autorevolezza (backlink di qualità, età, ecc.).
Lunghezza dell'URL
Anche se poco impattante, la lunghezza dell’URL di una pagina è comunque un fattore SEO.
Diversi studi, infatti, si sono accorti che le URL brevi hanno un leggero vantaggio sugli indirizzi molto lunghi fra i risultati di ricerca di Google.
Percorso dell’URL
L’URL path (percorso URL) è un fattore di ranking importante. Infatti, più la pagina è vicina alla homepage e più spinta di autorevolezza ottiene.
Per questo occorre progettare l’architettura del sito web nel migliore dei modi, studiare l’alberatura dei contenuti e l’impostazione dei permalink.
Architettura del sito
Come detto, un'architettura del sito ben organizzata (per esempio, una struttura a silo) aiuta Google a organizzare tematicamente il tuo contenuto.
Può anche aiutare Googlebot ad accedere e indicizzare tutte le pagine del tuo sito.
Categoria della pagina
La categoria della pagina è un segnale di rilevanza per il motore di ricerca. Ad esempio, un articolo del tuo blog che fa parte di una categoria strettamente correlata a quel contenuto può ottenere una spinta di rilevanza rispetto a una pagina che è archiviata sotto una categoria non correlata.
Ragiona con attenzione quando scegli quale categoria assegnare ai tuoi articoli. Potrebbe essere un fattore SEO aggiuntivo che Google può conteggiare.
Keyword nell'URL
Inserire la keyword nell’URL della pagina è per esperienza un fattore SEO molto importante, sebbene le voci ufficiali di Big G lo reputino “molto piccolo”.
Una pagina con un URL parlante, contenente la parola chiave, si posizionerà più facilmente rispetto a un’altra con URL privo di keyword.
NOTA: anche le categorie inserita nella stringa dell'URL sono lette da Google e possono fornire un segnale tematico sull’argomento della pagina (quindi, una spinta sul posizionamento).
Citare le fonti
Citare riferimenti e fonti, come fanno i documenti di ricerca, può essere un segno di qualità e buona cosa per il ranking. I Quality Rater, infatti, dovrebbero tenere d'occhio le fonti quando controllano.
Anche se c’è il rischio di disperdere troppo il traffico all’esterno, o di sembrare poco originali, in certi casi essere onesti verso il pubblico (e chiari verso Google) può aiutare.
Elenchi puntati e numerati
Gli elenchi puntati e numerati aiutano a spezzare il contenuto per i lettori e organizzare i concetti, rendendoli di più facile comprensione.
Google di solito apprezza questo modo di fare, e può preferire i contenuti con una user experience migliore.
Non solo: gli elenchi puntati e numerati possono anche far balzare la pagina web in posizione zero per alcune query di ricerca, un fattore SEO molto interessante.
Quantità di parole chiave
Una pagina web che si posiziona su tante parole, non solo per la sua keyword obiettivo, manda un segnale di qualità al motore di ricerca.
Google comprende che quel contenuto diventa rilevante e apprezzabile per tanti utenti, accomunati da un search intent simile.
Posizionarsi su tante parole chiave richiede un attento lavoro di keyword research e una buona capacità di scrittura, basi della SEO copywriting.
Età della pagina
Un contenuto recente è un contenuto che a Google piace, ma non per forza la pagina deve essere appena pubblicata.
Al contrario, i motori di ricerca sembrano preferire ancor di più le pagine web vecchie ma regolarmente aggiornate. A parità di contenuti, queste possono avere un ranking più alto.
Layout user-friendly
La user-experience è una metrica SEO che Google tiene molto in considerazione e che calcola con tanti parametri.
Un layout di pagina di ottima qualità rende immediatamente il contenuto anche più visibile sui motori di ricerca.
Curare la UX del sito, avvalendosi di un web developer oppure acquistando un tema WordPress performante, rientra nella checklist della SEO on-page.
Domini scaduti o parcheggiati
Ci sono SEO che si aggirano nel web alla ricerca di domini scaduti ricchi di backlink da far rinascere.
Google ha più volte dichiarato di dare scarso peso a domini con una storia di questo tipo, ma a volte trovare qualcuno di questi (es. con un tool di backlink checker) può essere un interessante tesoretto nascosto.
Contenuto utile e di qualità
La teoria SEO dice che Google dia maggiore visibilità solo a contenuti di qualità, ma per alcune SERP non è così.
I motori di ricerca, a volte, premiano anche i contenuti utili, quelli che offrono un servizio all’utente. Un esempio? Il calcolo del codice fiscale (una chiave da 1 milione di ricerche mensili)
Trova una nicchia come questa, inserisci il tuo contenuto utile e vedrai che Google e soci sapranno dove posizionarti (sopra tutti).
Pagina dei contatti
Le informazioni di contatto sono un fattore importante per Google. Il motore di ricerca apprezza che il proprietario del sito metta in chiaro alcuni dati essenziali per trasparenza nei confronti dell’utente.
Cura la tua pagina contatto in ottica SEO (un articolo di Riccardo Esposito offre spunti interessanti).
Secondo le linee guida di Big G, le info contenute all’interno dovrebbero corrispondere a quelle dichiarate nel whois.
Aggiornamenti del sito
Aggiornare il proprio sito web regolarmente, inserendo nuovi contenuti costantemente, potrebbe attirare l’attenzione del crawler del motore di ricerca regolarmente.
E un crawler che passa volentieri aiuta Google a comprendere meglio i contenuti del tuo sito, posizionandoli meglio magari.
Google, comunque, ha negato di utilizzare la “frequenza di pubblicazione” nel suo algoritmo di ranking.
Presenza di Sitemap
La sitemap del sito web aiuta i motori di ricerca a indicizzare le tue pagine più facilmente e più accuratamente, migliorando la visibilità.
Google Search Console legge le sitemap in formato XML. Avere un file di questo tipo è un fattore SEO fondamentale, anche se il motore di ricerca pare averle un po’ depotenziate (i contenuti vengono indicizzati anche senza).
Assicurati di attivare un plugin come Yoast SEO o RankMath per generare in automatico la sitemap.xml del tuo sito web.
NOTA: dare priorità ad una pagina tramite il file sitemap.xml usando il vecchio parametro <priority> non influenzerà il ranking. Nelle sue linee guida, Google ha dichiarato di ignorare questo tag.
Uptime del sito
Lunghi tempi di inattività per la manutenzione del proprio sito web, problemi di server e altre interruzioni del servizio possono danneggiare il ranking.
In certi casi, possono anche provocare una deindicizzazione se non vengono corretti.
Controlla l’uptime del tuo sito con un tool gratis come Uptrends.
Posizione del server
La posizione del server potrebbe influenzare il posizionamento SEO del tuo sito in diverse regioni geografiche. Particolarmente importante per le ricerche geo-specifiche.
Certificato SSL
Google ha confermato che usa HTTPS come un fattore SEO di ranking.
In più, il browser Chrome segnala i siti che ne sono sprovvisti, mostrando la dicitura “non sicuro” nella barra dell’URL (fattore che potrebbe anche aumentare la frequenza di rimbalzo, per esempio).
Assicurati che il tuo sito web abbia un certificato valido. Puoi chiedere aiuto al tuo provider di servizi hosting oppure aggiungere un certificato SSL manualmente.
Scarica un certificato gratis da Let’s Encrypt e collega il tutto con il plugin Really Simple SSL. Il tuo sito web correrà in HTTPS e ti ringrazierà.
Termini di servizio e privacy policy
Inserire le pagine dedicate alla privacy policy e ai termini e condizioni può essere un fattore SEO positivo.
Infatti, possono segnalare a Google che il sito web è affidabile e anche aiutare a migliorare l'E-A-T complessivo (competenza, autorevolezza, attendibilità).
Breadcrumb
Inserire i breadcrumb (briciole di pane) per agevolare la navigazione sul sito web può essere un fattore di ranking SEO.
Questo perché gli spider del motore di ricerca, e gli utenti naturalmente, possono conoscere meglio l’architettura del sito, migliorare la scansione e la fruizione delle pagine.
Inserire i breadcrumb è fondamentale quando fai SEO per un e-commerce, perché migliora la leggibilità lato Google e permette all’utente di sapere sempre dove si trova all’interno del sito.
Inoltre, l’algoritmo di Google può attingere dai breadcrumb nel corpo della pagina web per categorizzare le informazioni e mostrarle nella URL in SERP.
Video YouTube
I video su YouTube ricevono un trattamento preferenziale nelle SERP. Caricare un contenuto pertinente sulla piattaforma di proprietà di Google, infatti, può portare benefici in termini di posizionamento.
Il motore di ricerca, infatti, può estrarre il contenuto video dalla pagina e porlo in evidenza. Oppure, può mostrare una serie di risultati correlati alla ricerca, presi da YouTube.
Usabilità del sito (UX)
Un sito web semplice da navigare, intuitivo e chiaro può performare meglio di un altro.
Questo perché un’ottima user-experience aumenta il tempo di permanenza dell’utente sul sito, il numero di pagine visitate e la percentuale di ritorno. In più, abbatte la frequenza di rimbalzo.
Investi del tempo e qualche risorsa per migliorare la UX del tuo sito. La tua SEO ne beneficerà enormemente.
Google Analytics e Google Search Console
Collegare il sito web a Google Analytics e Google Search Console è alla base di qualunque progetto.
Usare Google Search Console, infatti, migliora l'indicizzazione delle pagine, perché offre al webmaster strumenti preziosi per fare ottimizzazione. Stesso discorso per Analytics, la sorgente dati più apprezzata dai SEM specialist.
Inoltre, Analytics e Search Console possono fornire più dati a Google, aiutarlo ad analizzare meglio il sito web e quindi creare un influsso sulle SERP.
Recensioni degli utenti
Le recensioni degli utenti online aiutano Google e soci a farsi un’idea della reputazione del sito, o dell’azienda.
Collezionare pareri positivi su siti come Trustpilot, o direttamente sulla scheda Google My Business, è cruciale per avere successo online.
I motori di ricerca danno preferenza alle pagine dei siti web più apprezzati in vari modi. A volte mostran le recensioni all’interno dello snippet o del map pack, altre invece con una semplice spinta SEO in organico.
È importante sottolineare che Google sa riconoscere le recensioni fake da quelle autentiche. Se hai un’attività locale, o un brand da posizionare, lavora per ricevere opinioni reali e positive.
Fattori SEO off-Page
Quando parliamo di SEO off-page, la link building non può che fare da padrona.
Ricevere molti backlink verso il proprio sito è uno dei pilastri portanti dell’ottimizzazione per i motori di ricerca.
Tuttavia non basta ottenere collegamenti esterni per spingere il ranking delle pagine web.
Vediamo quali sono i fattori SEO più importanti in questo senso.
Numero di domini che puntano al sito
Il numero di domini referral (che puntano al tuo sito) è uno dei fattori SEO più importanti nell'algoritmo di Google.
Da sempre il motore di ricerca analizza i collegamenti in entrata che un dominio riceve per valutare la sua affidabilità.
La regola fondamentale è questa: un sito che riceve backlink da tanti domini riceve una spinta di visibilità.
Avere tanti link provenienti da una singola fonte può essere un segnale di spam. Lavora per ottenere collegamenti da tanti siti differenti, meglio se autorevoli e in target con il tuo argomento.
Ma questo non basta se vuoi fare SEO off-page.
Numero di indirizzi IP
Google assegna un valore maggiore ai link provenienti da indirizzi IP diversi.
La varietà di IP, infatti, suggerisce che i collegamenti provengono da tanti siti, non solo da una manciata, e questo da più valore al sito che riceve i link in entrata.
Reputazione del dominio (e della pagina) di provenienza
L'autorevolezza del dominio di provenienza del backlink è una delle discriminanti più importanti nell’algoritmo di Google.
Puoi ottenere migliaia di backlink da siti diversi, ma se la provenienza è poco autorevole il motore di ricerca non ne terrà troppo conto per il posizionamento.
Questo è il motivo per cui non serve sforzarsi di ottenere backlink da siti directory, o piccoli blog. Meglio concentrarsi sui link di qualità, ricevuti da portali con un’ottima reputazione online.
Non solo il dominio, ma anche l'autorevolezza della singola pagina (PageRank) da cui proviene il backlink fa il suo gioco.
Link da domini .gov
I TLD (.com, .it) che appartengono a organi governativi, come .gov ad esempio, sono ritenuti ampiamente autorevoli dai motori di ricerca.
Pertanto, se un dominio .gov punta al tuo sito, puoi stare tranquillo sulla sua reputazione agli occhi di Google.
Link dai competitor
Ricevere un backlink da pagine che si trovano sulla stessa SERP non può che dare un boost importante al posizionamento SEO.
Se un competitor ti riconosce autorevolezza con un link, infatti, il motore di ricerca anteporrà spesso il tuo contenuto al suo.
Questo vale per ogni parola chiave. Lavora ad acquisire authority nel tuo settore, iniziando a fare link building dai siti che si posizionano per le tue keyword.
Link dai guest post
Un guest post è un contenuto scritto e redatto da te, ma pubblicato su un altro sito a scopo promozionale (di solito per ottenere un backlink al tuo sito web).
Per Google i link da guest post hanno valore, MA il motore di ricerca scoraggia fortemente i SEO dal creare backlink artificiali.
Fai attenzione a non abusare di questa strategia. Inoltre considera che il motore di ricerca può capire sia quando un link è poco naturale sia se proviene da un blog “sospetto”.
Link da siti scadenti
I link provenienti da siti scadenti possono impattare negativamente sulla SEO del tuo sito.
Controlla la qualità dei tuoi link utilizzando un tool di backlink checker e valuta di inviare un file disavow.txt a Google tramite la Search Console per far sì che l’algoritmo non li consideri.
Ancore dei backlink
L’ancora del link, l’insieme di parole a cui si aggancia il collegamento esterno, è un fattore SEO off-page parecchio rilevante.
Possono offrire dettagli sul contenuto che troverai cliccando sul link, e questo aiuta Google a comprendere meglio l’argomento (e migliorare il ranking).
Curare l'anchor text è molto importante sia quando vai link building interna che esterna. Avere ancore contenenti parole chiave interessanti manda un forte segnale di rilevanza al motore di ricerca.
Lo sapevi? Se inserisci un link a un’immagine, il tag Alt agisce come anchor text per le immagini.
Età del dominio da cui proviene il link
Google tende a trattare l’età dei backlink come un fattore SEO (minore). I backlink che provengono da siti web storici possono dare più spinta di quelli provenienti da domini giovani.
Inoltre, i link più vecchi darebbero più spinta al ranking rispetto ai backlink di recente creazione.
Link Nofollow
Ricevere un backlink rel=”nofollow” da un sito web può essere un fattore SEO? La community è dibattuta sull’argomento. La posizione ufficiale di Google dice:
“In generale, non li seguiamo”.
Questo vuol dire che nella maggioranza dei casi, un link nofollow non influisce sul posizionamento, salvo eccezioni.
Avere backlink nofollow, inoltre, può essere importante per identificare un profilo backlink naturale, non artificioso, il che mette al riparo da eventuali penalizzazioni.
Posizione del link nel contenuto
Non è una regola fissa, ma spesso i link all'inizio di un contenuto possono avere un peso leggermente maggiore rispetto a quelli posti verso la parte finale del contenuto.
La posizione di un collegamento è importante soprattutto se si guarda alla pagina web nel suo complesso. In genere, infatti, un link inserito nel contenuto di una pagina è più rilevante per Google rispetto a un link collocato nel footer o nella barra laterale.
Uso di Schema.org
Le pagine che supportano i dati strutturati schema.org possono ottenere un posizionamento migliore rispetto a quelle che non ne fanno uso. Il motivo? Potrebbe essere doppio:
- i motori di ricerca potrebbero premiare i siti web che usato i markup di microdati;
- le pagine con dati strutturati potrebbero ricevere più click in SERP, quindi avere un CTR più alto (e quindi ricevere un boost nel ranking).
[Continua…]
E tu? Conosci qualche altro fattore SEO che ritieni più importante di altri, o che non hai trovato all'interno della lista? Facci sapere nei commenti qui sotto.
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